C’era una volta, tanto tempo fa, un padre furioso che indispettito dalle continue liti con il figlio, decise di creare un solco profondo nella terra per separarsi definitivamente da lui. Così divise per sempre Giava da Bali. Così nacque l’isola degli Dei. Bali, unica isola dell’arcipelago indonesiano a maggioranza induista, è l’isola dello Spirito. Per trovare percorsi e siti interessanti basta affidarsi alla sapienza delle guide locali, come nel nostro caso, o ai diari minuziosi che si trovano nel web. A volte però il primo da fare è conoscere un luogo attraverso il ricordo e le percezioni di chi l’ha vissuto.
Ciò che ci fa innamorare di una meta sconosciuta è proprio quel che troviamo oltre i nomi dei monti, delle città o dei siti archeologici che quel luogo possiede. Bali, vissuta fuori dai villaggi turistici, che inchiodano il corpo e la curiosità ad un lettino da spiaggia, è un microcosmo affascinante, fatto di percorsi culturali, artistici, ed oserei dire visivi, unici.
L’isola dei templi, in cui pullula la vita di tuniche bianche e musiche sussurrate, di giorno e di notte. Templi di fedeli e turisti, a raffigurare una vita di devozione e fedeltà che si suggella in ogni momento della giornata attraverso piccoli rituali. Templi sacri ai piedi dei vulcani, templi nei villaggi, templi in ogni dimora. Già, in ogni dimora, poiché ogni casa ha il suo piccolo altare per le preghiere e le offerte.
Miriadi di cestini colorati: un segno di preghiera continua, di devozione continua. Un ringraziamento ed un’implorazione agli spiriti buoni. Barong. Il Bene.
Il Bene ed il Male, Rangda, in eterna lotta. Nel mondo, nell’uomo.
Nell’aria si respira odore d’incenso, le orecchie si abituano immediatamente al solo suono dell’oceano, di campanelle e metallofoni. La musica ideale per un viaggio nella natura incontaminata e nello spirito. E’ impossibile vivere Bali senza percorrere il proprio Io, senza misurarsi con un approccio alla vita ridente come quello dei balinesi. La nostra guida, Putra, ci ha accompagnato con un perenne sorriso sulle labbra, poiché “RIDI” è la parola magica per affrontare la vita con coscienza.
Bali è accogliente. Nel ricordo continui flash di volti colorati, cosparsi sulla fronte di chicchi di riso. Le persone sono cordiali e approcciano il turista come fosse una terra da esplorare. E’ possibile creare un contatto reale con loro, un approccio necessario se si vuol capire come siano vivi riti e credenze, come sia ancora forte la casta, come vivano di leggende che alle orecchie dell’occidentale suonano come fantastiche fiabe. Così il lago Batur, scientificamente di origine vulcanica, diventa il lago del gigante stanco che preso dal sonno si stese sulla terra creando un enorme solco.
Bali è viva. Le vie sono piene di scooter inarrestabili. E’ selvaggia al punto che persino attraversare la strada è una impresa ardua, poiché non bastano neanche i semafori con timer a bloccare la corsa. Fiumi di persone riverse nelle città, nei mercati colorati e dagli odori intensi. Statue di legno, quadri, batik, carretti di banane fritte. Donne a piedi, cinte nei parei colorati, con in testa cesti pieni di legna, frutti e riso. Bimbi in caste divise da scolaretti che percorrono a piedi chilometri e chilometri. Maiali trasportati come passeggeri nel retro dei ciclomotori, galli in cattività sui cigli delle strade per le lotte clandestine.
Rumore e silenzio. In continua alternanza.
Bali è meraviglia. Il fascino della natura cattura anche lo sguardo più distratto attraverso il verde fluorescente delle piante, i fiori di loto, il rosso invadente delle Stelle di Natale che dominano i viali con i tronchi affusolati. Vulcani le cui cime si perdono oltre la cappa bianca delle nuvole e dell’afa. L’abbraccio della foresta, che lascia senza fiato e nasconde tra il fogliame la vita selvaggia di scimmie, serpenti e volatili. Maestosa, rigogliosa, affascinante ed inquietante.
E poi l’immagine che ferma il ricordo di Bali in una tela immaginaria. Le risaie.
Infinite distese di fili d’erba e letti d’acqua silente.
Così la natura trattiene il fiato, e si lascia falciare dalla mano sapiente delle donne nascoste sotto i coni di paglia, consapevole di reincarnarsi. Poiché Bali è Brahma, Shiva e Vishnu.