La storia è piena di avvenimenti, date e personaggi da ricordare non solo per avere un’opinione personale, ma anche per la propria cultura personale.
In molti si saranno chiesti da bambini perché i confini degli stati sono diversi, perché due paesi vicini parlano due lingue diverse, anche dalla propria, e anche perché ci sono state molte guerre importanti o scoppiano quelle civili.
Oggi in particolare ci soffermeremo a parlare della Pace di Brest-Litovsk, ecco tutte le informazioni riguardo questo trattato, quando fu stipulato e la sua storia.
Quando fu stipulata?
Il 3 marzo 1918 fu una data molto importante per la storia dell’Unione Sovietica: infatti quel giorno fu firmato un trattato che tutti oggi conoscono come “Pace di Brest-Litovsk”, con l’Impero centrale tedesco.
Nell’accordo scritto si sanciva l’uscita della Russia dal primo conflitto mondiale con conseguenti condizioni, molto dure per la nazione che ne usciva praticamente sconfitta, e già lo era parzialmente sotto la guida di Lenin durante la Rivoluzione d’Ottobre. Andiamo però a ripercorrere i fatti storici che portarono a questo trattato.
Storia della pace di Brest-Litovsk
Per arrivare a capire quali furono gli avvenimenti che costrinsero la Russia a firmare questo trattato, bisognerebbe fare qualche passo indietro, magari di qualche anno, partendo dalla famosa Rivoluzione d’Ottobre che ebbe luogo il 7 novembre 1917 (per il calendario “giuliano” basato sul ciclo delle stagioni questa data corrispondeva al 25 ottobre).
Questa fase ultima della Rivoluzione Russa, iniziata nel febbraio dello stesso anno, segnò la totale sconfitta dell’impero russo e zarista dei Romanov, portando al potere due gruppi politici interni: I bolscevichi guidati da Lenin, di ritorno dall’esilio e affiancato da Trotskji, ed i menscevichi guidati da Martov (questi ultimi rappresentavano la minoranza e furono poi rovesciati dal governo bolscevico che firmò la pace con la Germania).
Una delle prime azioni post-belliche dei bolscevichi, che avevano il governo dell’Unione Sovietica, fu proprio quello di ottenere una pace con i paesi belligeranti del primo conflitto mondiale e solo la Germania accolse questa proposta come un vantaggio per potersi espandere a livello territoriale.
Le condizioni erano semplici: la Russia avrebbe perso i territori della Finlandia, della Polonia, l’Ucraina, la Lituania, l’Estonia, la Lettonia e l’attuale Bielorussia, tutte nazioni che ottennero da quel momento la loro totale indipendenza.
Inizialmente Trotskji non intende cedere a queste pesanti richieste ma fu Lenin che, infine, decide di accettare per mettere a tacere ogni eventuale problema e ulteriori conflitti che avrebbero solamente portato ad una decimazione ulteriore dell’esercito sovietico formato allora da soli proletari e contadini (in occasione della I Guerra Mondiale fu rimossa anche la casta degli ufficiali borghesi).
Le conseguenze e gli avvenimenti dopo il trattato
I bolscevichi si rivolsero contro il proprio capo Lenin (che fu comunque minacciato di dimissioni), accusandolo di avere attuato un colpo di Stato con la firma del trattato di Brest-Litovsk.
La Russia venne costretta a pagare una considerevole indennità di guerra alla Germania, allo stato austro-ungarico, alla Bulgaria e all’Impero Ottomano, dichiarandosi nazione nemica di quest’ultimi, privandola anche di parte delle strade ferrate, dell’80% delle miniere di carbone e del 70% dei giacimenti minerari (soprattutto quelle di ferro).
A parte l’Ucraina, la culla dell’Impero Russo, nel resto delle terre rimaste non c’era quasi più nessuno che parlava la lingua madre.